[CaseStudy] GrabMe: L’operazione Fake per la protezione della Privacy di @GeneraliItalia

- Letture: 37.410
Vi racconto l’operazione Fake di Generali Italia per sensibilizzare la protezione della privacy.

Quando i ragazzi di JWT e Mosaicoon mi hanno contattato per coinvolgermi nel progetto “GrabMe” non ci ho pensato due volte vista la tematica di sensibilizzazione sulla protezione della privacy e abbiamo iniziato da subito a collaborare.

In campo marketing il modo migliore ed efficace per comunicare un messaggio di sensibilizzazione è quello di coinvolgere l’opinione pubblica in modo diretto, e spesso queste operazioni “Fake” ovvero con azioni o notizie “finte”, hanno il potere di essere più condivise e lette dalle persone proprio per la loro natura intrigante e d’impatto rispetto alla classica comunicazione.

GrabMe: La prima #AppPerLadri

GrabMe è un progetto di comunicazione voluto da Generali Italia con lo scopo di sensibilizzare le persone sul tema della protezione della privacy.

Ora dal sito della finta applicazione GrabMe si può accedere a una raccolta di casi e consigli su come proteggere la privacy in rete.

L’idea è stata quella di diffondere sul web una falsa notizia, riguardo un’applicazione capace di intercettare la localizzazione delle persone in rete, e indicare su una mappa quando la casa è libera. Ovviamente questa notizia era un pretesto per generare discussioni e confronti concreti sulla tema protezione della privacy.

La notizia doveva essere verosimile in modo da scaturire discussione e interrogarsi su come utilizziamo oggi la privacy in rete.

Intervista all’Hacker di GrabMe

Sul mio profilo e canali social (anche su Snapchat!) viene condiviso il video di YouTube in cui in un telegiornale svedese viene presentata l’applicazione con una intervista al creatore di GrabMe, la prima applicazione per ladri. Ovviamente tutto falso.

Condividendo il video segnalo appunto la pericolosità di questo progetto, e confermo subito dopo che sono riuscito a scaricare l’app prima che venisse rimossa dagli store mobile.

Questa nuova notizia suscita interesse, e altre persone cercano di trovare un modo per scaricare l’applicazione ma invano.

La discussione prende il volo, molti iniziano a pensare davvero dell’esistenza di questa applicazione.

Sono riuscito a scaricare GrabMe!

Decido di creare un breve video dove recensisco l’applicazione GrabMe in azione, qui escono fuori tutte le mie doti da attore (dovrò aggiungere questa nuova skill sul mio profilo Linkedin), che mi permettono di trollare molte persone tanto da venir inondato da messaggi privati che mi chiedono spiegazioni o di poter studiare l’app. Perdono!

Ricordate il video che ho pubblicato ieri? Riguardo GrabMe, l’app che riesce a localizzare le persone quando sono fuori casa? #AppPerLadri

Ho scaricato l’app e sembra funzionare. Luca ecco di cosa ti parlavo!

Questo era il sito, ora non più raggiungibile http://grabme.name

Posted by Giuliano Ambrosio on Friday, December 11, 2015

 

L’opinione delle persone, dopo aver visto il mio video, cambia drasticamente, e anche con l’aiuto di Luca La Mesa, mio complice che ringrazio per essersi prestato nella finta telefonata organizzata a premeditata quattro giorni prima, aumentiamo l’autorevolezza e concretezza dell’applicazione.

Poi Luca, che non abita in viale Parioli 34 a Roma, mi chiama e mi dice una cosa. Proprio la sera prima del lancio della notizia fake (10DIC) sventa una rapina per strada.

Si, Luca ha sventato una rapina! Tutto vero e tutto registrato. Abbiamo quindi deciso di usare questa “verità” per aumentare la percezione e la concretezza dell’applicazione per ladri.

Ancora grazie Luca!

Il Coinvolgimento

A questo punto decido di coinvolgere alcuni colleghi autorevoli in campo social e marketing in modo attivo e chiedo loro un supporto con lo scopo di aumentare la veridicità del video in cui mostro GrabMe. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato!

Molti reggono il gioco condividendo il video su Facebook e Twitter, commentando anche con riflessioni concrete e proprie convinzioni in modo da diffondere maggiormente la notizia.

Inoltre, con il supporto di Francesco Russo, produciamo insieme un articolo fasullo che pubblica sul suo blog InTime (seguitelo!), dal titolo “GrabMe, la #AppPerLadri che ti localizza” e questo scatena un ulteriore buzz della notizia tanto che su Twitter l’hashtag #AppPerLadri arriva in 46° posizione in trending topic. Per essere state azioni spontanee su Twitter è una buona posizione.

Per mantenere alta l’attenzione sulla notizia, condivido la mia recensione video fake su alcuni gruppi facebook e pagine fan del settore, nei quali continuo a denunciare la pericolosità dell’applicazione GrabMe.

La Rivelazione

Arriviamo quindi alla rivelazione dell’attività, ne ha parlato anche La Stampa, Generali Italia ora con GrabMe ha voluto condividere consigli e suggerimenti utili sul tema della privacy con alcuni contenuti originali tutti da scoprire.

http://www.youtube.com/watch?v=pD4Ys4-Lt68

Devo dire che mi sono divertito molto a collaborare su questo progetto, un modo originale per sensibilizzare all’utilizzo corretto della nostra privacy in rete.

Soprattutto sui social media è necessario stare molto attenti, GrabMe non esiste, ma la il rischio purtroppo si, e sono proprio le piattaforme sociali che ormai utilizziamo in modo quotidiano a nascondere opportunità per persone male intenzionate.

I Risultati

Il video fake di lancio con la finta intervista al creatore di GrabMe la prima #AppPerLadri ha superato le 61 mila views uniche.

Per quanto riguarda invece il mio video fake in cui mostro l’utilizzo dell’applicazione supera le 6.500 views organiche in meno di 3 giorni, e contribuirà alla diffusione della notizia.

Qui in alto troviamo le fonti che hanno avuto più impatto nella diffusione spontanea della notizia.

Possiamo vedere come Twitter è stato scelto come canale efficace dalle persone per commentare e condividere la notizia di GrabMe.

Le menzioni su Twitter sono state in totale 2.549 in meno di 4 giorni, per @GeneraliItalia 1.894, #GrabMe 341 e #AppPerLadri 314.

Qui invece possiamo vedere la crescita delle views sul contenuto video distribuito durante la comunicazione.

Risultati molto interessanti che in pochi giorni sono riusciti ad arrivare a un pubblico vasto e interessato al tema della protezione della privacy.

Un’ottima case study di Generali Italia, molto originale e con uno scopo nobile, quello di sensibilizzare la protezione della privacy in rete.

 

Stratega, Docente, Speaker con più di 12 anni di esperienza in strategie creative multicanale. Oggi sono Partner & Chief Innovation Officer di ThinkingHat, Innovation Studio specializzato in tecnologie emergenti per aziende e brand audaci.

11 Commenti

  1. Fabiola

    Sulla privacy non si scherza, ma in questo caso avete fatto un ottimo lavoro.

    complimenti a chi ci ha lavorato.

  2. Complimenti, meno male che ci sono agenzie che finalmente riconoscono i veri professionisti e non i fuffaroli! Grande Julius.

  3. Interessante, ma non si rischia di gridare al lupo al lupo la prossima volta?

Commenti