5 Innesti per Diventare Freelance e lasciare un posto da Dipendente

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I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro… Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano!!

Spesso intraprendere la carriera da Freelance significa abbandonare un posto di lavoro, oggi giorno più o meno sicuro.

Sono in pochi che iniziano la propria carriera lavorativa aprendo subito P.IVA e quindi diventando liberi professionisti.

Ma quali possono essere i sintomi o motivazioni per farci maturare l’idea di intraprendere una carrirea da Freelance?

Riprendendo il film capolavoro Inception andiamo a vedere quali siano gli “innesti” più comuni per farci orientare su questa decisione.

1. Trasformare la propria Passione in Lavoro

Questa motivazione  (innesto) forse è quella più potente, infatti trasformare la propria passione nel lavoro attuale è il desiderio di molti.

Soprattutto per noi Freelance, la passione è la fiamma viva che ci porta ad avere una marci in più rispetto agli altri, spesso costretti ed obbligati ad intraprendere la strada del libero professionista.

Seguire le proprie passioni e poterle maturare, studiare e sostenersi anche economicamente è una delle motivazione più solide per la scelta di diventare Freelance.

2. Emergere dalla Massa

Spesso il lavoro subordinato, se non gestito in maniera efficace e corretta dall’Azienda o Agenzie, può risultare poco piacevole, in quanto non si viene considerati ne singolarmente ne come gruppo.

Questi errori spesso vengono fatti per mancanza di tempo o di attenzione, ma una agenzia o azienda dovrebbe ricorrere ai ripari e crescere insieme al proprio team.

Emergere dalla massa, e quindi evidenziare il proprio talento è un altro motivo per il quale un Dipendente potrebbe decidere di diventare Freelance, con l’obiettivo di maturare le proprie conoscenze ed emergere come brand di se stesso.

3. Mancanza di Gratificazione e Motivazione

Il lavoro subordinato spesso inizia a diventare monotono, e se vi sono mancanze di gratificazioni o motivazione diventa una vera e propria tortura mentale.

Spesso si danno troppe cose per scontato, e si finisce a diventare una ruota di mille ingranaggi, senza avere un minimo di considerazione per il lavoro quotidiano svolto.

Queste mancanze possono generare la voglia di fare qualcosa di più importante, soprattutto per noi stessi, valorizzando la stima e il valore del nostro talento.

Andare ogni mattina a lavorare per un’azienda o agenzia con il terrore o svegliarsi non motivati, è un primo sintomo di cambiamento.

4. Crescita d’Ambizione Personale

In situazioni di dipendenza, soprattutto in un settore in cui non è riposta la nostra passione, può risultare molto difficile crescere professionalmente.

Qui subentra l’ambizione personale, un requisito fondamentale per un freelance, ma spesso anche un’arma a doppio taglio da controllare.

La risposta è dentro di noi, se vogliamo raggiungere determinati obiettivi e ne siamo consapevoli, crescerà in noi la volontà di fare e diventare qualcosa di nuovo.

5. Ottenere maggiori Responsabilità

Il Freelance ha grandi responasibilità nel gestire la propria attività, in quanto si diventa degli imprenditori di se stessi.

Spesso è proprio questo senso di avere maggiori responsabilità, ad iniziare l’innesto di diventare Freelance, una persona capace di gestire se stesso, i propri collaboratori e clienti.

Si entra in un’ottica molto diversa rispetto alla Dipendenza, infatti ogni errore graverà direttamente sulla propria carriera, ma allo stesso tempo ogni successo sarà linfa vitale per noi stessi.

Quali sono state le tue motivazioni?

L’obiettivo di questo articolo non è invogliare tutti i Dipendenti a diventare Freelance, ma quello di sentire davvero cosa si vuole fare e creare nella vita professionale.

Se avete iniziato a sentire una di queste cinque motivazioni molto valide, non soffocatela, ma rifletteteci sopra e scoprite come si possa realizzare nel modo più efficace e costruttivo possibile.

Quali sono i tuoi “innesti” ovvero le motivazioni principali che ti hanno spinto a diventare Freelance?

Stratega, Docente, Speaker con più di 12 anni di esperienza in strategie creative multicanale. Oggi sono Partner & Chief Innovation Officer di ThinkingHat, Innovation Studio specializzato in tecnologie emergenti per aziende e brand audaci.

13 Commenti

  1. Gran bell’articolo Julius.
    Sono d’accordo con te sul fatto che il primo innesto sia il più potente. Ma a volte anche il 3° può giocare un ruolo fondamentale nella scelta.

  2. Inception! Fantastico adoro questo film, l’articolo è come al solito interessante.

    Mi è piaciuta molto la tua idea di legare i motivi agli innesti, alla fine sono quelle piccole idee che maturano anche a causa dei motivi che hai descritto.

    Grande!

  3. Questo articolo è fantastico! Devo ammettere che quasi tutti i punti inizio a sentirli da dentro… colpa tua e del tuo innesto!!

    Continua cosi!

  4. Ma come ti nascono questi articoli? Fantastico!

    Tornando all’articolo penso anche io che le ambizioni e il voler fare qualcosa che dia maggiori soddisfazioni siano le motivazioni più solide.

  5. Io ho lasciato il mio lavoro da dipendente proprio per mancanza di motivazione/gratificazione e ovviamente anche la paga era ridicola…

  6. Di base poi c’è anche che molti pseudo imprenditori, che vogliono il grafico creativo in azienda si lascino consigliare e far lavorare bene il creativo…ed invece no, già il fatto che stia disegnando al computer e guardando internet vuol dire che non lavora… e poi dovrebbe fare 10-12 ore al giorno e non 3 (in realtà sarebbero sempre 8, ma la visione è sempre distorta sui grafici) ;)

  7. Articolo interessante e con molti spunti dai quali partire. Un freno, purtroppo, può essere quello del denaro necessario a partire con un’attività di questo tipo. Il tutto dipende, ovviamente, dal settore di riferimento, ma certo “restare senza stipendio” attendendo che il proprio lavoro di freelance decolli è qualcosa che può lasciare stranire molti, soprattutto in questo periodo…

  8. I punti 1 e 3 sono forse i più comuni, per me soprattutto il terzo visto che lavoro in una fabbrica di siti dove piuttosto che farti i complimenti per un lavoro svolto bene (e sorattutto in fretta) prendono a testate il muro.

  9. Io ho cominciato subito da freelance, mi sono deciso e ho aperto p.iva nonostante non avessi molti consensi in famiglia. Beh, dopo un anno e mezzo di fatica ora non tornerei mai più indietro, il freelance è l’opportunità più bella per un lavoratore del web… Non fermatevi alle prime difficoltà, continuate a crederci e a farvi un c**o così, tutto sarà ripagato!

  10. Ciao, effettivamente per me la scelta di lavorare per i fatti miei è nata dalla sensazione che le mie capacità non erano sfruttate a sufficienza dal mio datore di lavoro. Non per colpa sua, certo, ma perchè spesso in azienda è difficile strutturare il lavoro creando differenze tra gli impiegati. Secondo me invece le differenze ci vogliono, per valorizzare al meglio i contributi di tutti.

    Ora preferisco lavorare per progetti piccoli ma soprattutto grandi: mi piace stabilire un rapporto duraturo con il committente, con la libertà da parte di entrambi di dirsi le cose in faccia senza rischiare nulla, e con il vantaggio di un rapporto franco e più produttivo.

  11. Sono finita per caso sul tuo blog (sto seguendo La settimana della formazione) e noto con piacere che c’è una vasta area dedicata al lavoro del freelance, leggerò gli articoli con molta attenzione!

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