Il Crowdsourcing è un Bene o un Male per un Freelance?

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I progetti focalizzati sul Crowdsourcing spesso vengono criticati, visti come uno sfruttamento di creatività collettiva a basso costo.

Il termine crowdsourcing è un modello di business, che dalla traduzione delle due parole crow e outsourcing, si focalizza nell’esternalizzare una determinata richiesta di sviluppo di un progetto a un gruppo di più persone.

Questo modello di business è stato usato molto anche nel mercato del web e design, in cui l’azienda pubblica un offerta per la realizzazione di un progetto, ottenendo diverse proposte da un gruppo esteso di persone.

L’azienda in questo modo è come avesse pagato, se va bene, una o due professionisti, ma le proposte saranno quadruplicate in quanto su un numero vasto di persone.

Questo modello di business ha permesso alle aziende di esternalizzare il lavoro migliorando le risorse interne con quelle esterne, e i Freelance di offrire i propri servizi su un mercato più ampio.

Quali sono i Vantaggi del Crowdsourcing?

Collaborare a progetti di Crowdsourcing come Frelance permette di entrare in contatto con diverse realtà, e confrontarsi con il resto del mondo.

Aumento di Esperienza

Una volta inviati i propri contributi non dobbiamo lasciarli morire, nessuno ci vieta di inserirli nel nostro portfolio online.

Questo ci permette di far vedere il nostro lavoro, anche se non abbiamo vinto, e aumentare i lavori a nostro carico.

Inoltre possiamo sempre citare le aziende a cui abbiamo affidato per un breve periodo la nostra consulenza durante la gara creativa.

Pubblicità Diretta

Se hai talento e inizi a vincere delle gare creative di rilievo per grandi aziende, hai ottenuto la posizione migliore.

Oltre al budget, avrai sicuramente molta visibilità, sia dallo stesso progetto di crowdsourcing e community, sia dall’azienda.

Questo ti permetterà di aumentare la tua visibilità grazie al tuo contributo creativo.

Nuova Fonte di Reddito

Vincere ripetutamente diverse gare può diventare una fonte di guadagno diretta e indiretta.

Diretta grazie all’introito percepito da ogni singola gara a cui parteciperai, e indiretta grazie al passaparola che si formerà con il tempo.

Infatti vincendo molte gare, il tuo nome e reputazione salirà in base alle vittorie.

Vittoria

Vincere alcune gare creativa aumenta il proprio ego, e può tornare utile in momenti bui o con pochi clienti.

La vittoria è uno stato sublime che a volte può servire per rimettersi in luce e in gioco, quando si pensa che tutto sia finito.

Se la nostra carriera è gia a buon punto, tutte queste vittorie non faranno altro che concretizzare il nostro stato migliore.

Biglietto di Entrata

Partecipare a gare creative collettive, permette di entrare in contatto con l’azienda che ha lanciato la richiesta di servizio.

Quante probabilità hai che Nike ti contatti per realizzare un logo?

Forse le probabilità sono molto basse, ma aumentano se hai la possibilità di partecipare a una gara creativa lanciata da Nike, ad esempio.

Inoltre se il nostro contributo sarà vincitore, potremmo anche avere la possibilità di intraprendere collaborazioni lavorative.

Quali sono gli Svantaggi del Crowdsourcing?

Nel medesimo quadro generale, collaborare a progetti di crowsourcing può essere negativo per un Freelance per diversi motivi.

Perdita di Tempo

Creare progetti per una gara creativa collettiva è in ogni caso un tempo eliminato ad altre attività da compiere.

Una gara può portare con se oltre 500/800 proposte di servizi, e la concorrenza sale giorno dopo giorno.

Rimanere aggiornati sulle specifiche del cliente non è sempre immediato e semplice.

Nessuna Garanzia

Nessuno ci può dare la garanzia che noi vinceremo, e quindi dobbiamo sapere che non saremo facilitati.

Il tempo che perdiamo a partecipare potrebbe non essere ricompensato.

Inoltre avremo molta concorrenza da battere e potrebbe diventare un aspetto negativo non vincere.

Sconfitta

Non vincere nessuna gara creativa dopo aver partecipato a tutti i contest, in un freelance può portare molta malinconia.

Questo è un fattore da non sottovalutare, la sconfitta, o scoprire di essere stati battuti da un ragazzo di 12 anni provoca male umore.

Questo aspetto potrebbe buttarci il morale a terra, e sarebbe molto difficile acquistare di nuovo fiducia in noi stessi.

Il Budget è Basso

Spesso il budget per la vincita di queste gare creative è basso, oppure non idoneo allo sviluppo di un professionista del settore.

Spesso partecipare a contest con un budget basso può risultare anche negativo agli occhi degli altri professionisti del settore.

Scegli bene le gara a cui partecipare e non pensare di poter guadagnare soldi in modo facile.

Julius cosa mi consigli di fare?

Io non sono contro i progetti di crowdsourcing, anzi in alcuni ho collaborato dietro le quinte, e uno è anche un mio progetto.

A seconda della tua esperienza e talento, ti consiglio di partecipare, qualora tu abbia del tempo da dedicare, senza rubarlo ad altri lavori sicuri.

E’ sicuramente una interessante esperienza partecipare a gare creative, in quanto puoi confrontarti direttamente con gli altri partecipanti, e capire fin da subito se hai talento da vendere.

Sconsiglio vivamente nel pensare che questi progetti possano diventare una fonte di reddito fissa, ma sicuramente possono tornare utili in momenti bui.

Soprattutto quando si è all’inizio di carriera da freelance, e spesso senza lavori in attivo, partecipare a dei progetti di questo genere ci può permettere di ampliare il portfolio ed esperienza.

Qual’è la tua esperienza?

Hai mai partecipato a contest creativi basati sul crowdsourcing?

Condividi la tua esperienza con gli altri freelance.

Stratega, Docente, Speaker con più di 12 anni di esperienza in strategie creative multicanale. Oggi sono Partner & Chief Innovation Officer di ThinkingHat, Innovation Studio specializzato in tecnologie emergenti per aziende e brand audaci.

17 Commenti

  1. trovo siano molto interessanti, il trucco secondo me per non perdere molto tempo è creare solo 1 bozza FATTA BENE non come fanno molto che ne fanno 5/6 per lo stesso progetto. In ogni caso in effetti la vittoria non è mai assicurata ma se si legge bene il brief a volte si riesce a capire le esigenze del cliente.

  2. Vittorio

    Un gran bell’articolo Julius, condivido la tua opinione e grazie per i consigli!

  3. Mi hanno sempre incuriosito questi “contest”, però ad essere sincero non ne ho mai preso parte… Diciamo che è un pò un azzardo. Penso pochi siano disposti a fare un lavoro senza la garanzia di essere pagati… D’altro canto penso che una volta entrati nel giro con del talento si possano fare buoni affari anche con questo metodo.

  4. Ottima esamina. Effettivamente per chi lo fa da molto come lavoro può essere difficile che se ne trovi miglioramenti nonostante i punti in positivo che hai descritto. Però tentare non fa mai male. La conoscenza di persone e metodologie di lavoro nuove può tornar utile vedi tempo/guadagno.

  5. Chrstph80

    Credo che il problema fondamentale del crowdsourcing sia il ribaltamento dei ruoli tra cliente e professionista.
    Nell’ambito del visual design (il mio campo) ad esempio, dato il fatto che non c’è un canale diretto con il cliente, non è possibile interloquire con quest’ultimo e si rimane alla mercè di questi art director improvvisati e (ahimé!!) paganti, senza poter offrire una consulenza competente sul progetto. Sia pur vero che siamo nell’epoca della superficialità e dell’apparenza ma un progetto per funzionare deve avere dei contenuti, non deve soltanto piacere. Trovo che molti progettisti rischiano di fare dei passi indietro anzichè migliorarsi.
    In sintesi sono d’accordo con Riccardo… inviare una sola bozza fatta bene, se l’idea c’è subito, senza perderci troppo tempo.

  6. Ciao Julius,
    Seguo con piacere questo blog per gli ottimi consigli che dai, e hai centrato molti aspetti di questo argomento. Io sono favorevole e partecipo attivamente in una community di Crowdsourcing. Devo dire che è un ottima vetrina per poter poter guadagnare clienti soprattutto se come me non si è professionisti e nemmeno del settore. In ogni caso la differenza la fa la scelta dei progetti ai quali partecipare. Avere bene a mente il tipo di progetto e il budget di riferimento ti dà la possibilità di dimunire la probabilità di insuccesso e di perdita di tempo. Il problema più grande secondo me, è che i clienti non hanno la minima idea di ciò che vogliono ma se si riesce a capire l’idea che cercano una bozza fatta bene non richiede molto tempo e sforzo…..

  7. Personalmente lo vedo un po come il gratta e vinci, ma non mi riferisco al fatto che i vicitori vengano scelti dai clienti a caso ( un lavoro oggettivamente bello non sempre viene scelto dai clienti che hanno cmq gusti che il freelance per lo scarso contatto con gli stessi, non sempre riesce a inquadrare) ma piuttosto al modo in cui mi ci approccio.
    A tempo perso fondamentalmente…proprio come dovrebbe essere il gioco sano alle lotterie istantanee.
    Ogni tanto ne va comprato uno.
    Uno dei grossi problemi che porta a questo mio tipo di ragionamento, al di la di quelli elencati nell’articolo, sono il basso costo delle commesse.
    Proprio per la vasta scelta che ha un cliente nel vagliare le proposte, il prezzo dovrebbe essere se non uguale, addirittura maggiore del costo di mercato di un progetto.
    Ma cosi non è, e quindi alla fine l’unico che non ci fa un affare, è proprio il freelance.

  8. Non dico di essere contrario ai progetti di crowdsourcing, ma nemmeno così entusiasta al riguardo.
    A suo tempo ci ho provato con 12designer e non ne sono rimasto molto soddisfatto. Non tanto per non aver vinto, ma per il fatto che il cliente che aveva proposto il progetto ha deciso di non scegliere nessuno. Ovviamente questa è una particolarità di 12designer, cioè quella di poter anche non accettare nessuna proposta.
    Concordo anch’io con il creare una sola bozza e fatta bene e in linea di massima penso che i vantaggi descritti nel post siano reali.
    In ogni caso ci dedicherei il mio tempo per un progetto che mi piaccia davvero oppure per un progetto che mi faccia crescere e migliorare.

  9. Io partecipo, a tempo perso e se un brief mi fa balzare un’idea ‘al volo’. Mi è capitato di vincere una gara di naming, bazzecola di compenso ma essendoci regolare ricevuta posso inserire la consulenza in Cv, tra l’altro è anche un’azienda medio-grande del nord, e quindi senza il ‘tramite’ del crowdsourcing dubito che sarei riuscita ad avere tale contatto (vivo in Puglia).

    Mi ‘manca’ un passaggio, Julius: ma tu inserisci nel portfolio le bozze proposte nelle gare anche se non andate a buon fine? Come le ‘indichi’? Non ci potrebbero essere problemi a usare il nome di un’azienda?
    Ciao
    Ila

  10. Ila ha scritto:

    Mi ‘manca’ un passaggio, Julius: ma tu inserisci nel portfolio le bozze proposte nelle gare anche se non andate a buon fine? Come le ‘indichi’? Non ci potrebbero essere problemi a usare il nome di un’azienda?
    Ciao
    Ila

    Potresti aggregare questi lavori nel portfolio sotto un paragrafo bel indicato “Lavori in Crowdsourcing”

    Indichi la grafica, layout, logo o qualsiasi cosa sia.. con una dicitura simile a:

    Layout realizzato per BRAND per il contest di 12Designer.

  11. Giovanni Stilemi

    Non sono d’accordo. Il crowdsourcing è stato inventato per risolvere i problemi della massa, dalla massa (Wikipedia docet).

    Non dovrebbero essere utilizzati per risolvere i problemi di uno, tra l’altro con un prezzo non negoziabile (è come se andassi al ristorante e fissassi il prezzo senza sentire ragioni), è un insulto alla categoria del lavoratori dell’immagine. Per costruirsi il portfolio e aumentare la propria professionalità, consiglio di contattare le onlus della vostra zona (Avis, Aido, Enpa etc… insomma cause a cui tenete) e proporre progetti gratuiti in cambio di una libertà progettuale, i lavori fatti col cuore vengono sicuramente meglio ed è un modo redditizio per donare il proprio tempo per opere di bene.

    Grazie dello spazio!

  12. Darksign

    Concordo con Giovanni Stilemi.
    Non puoi eseguire lavori grafici a gratis giusto per “tentare” di guadagnare qualcosa. Se lo fai allora non ti ritieni all’altezza di avere clienti Veri, e sprechi il tuo tempo a provare a fare soldi.

    Il male peggiore? Che le aziende non capiscono il fatto che il Design, la progettazione grafica non è una cosa da far fare a 20 persone diverse scrivendo due righe e scegliendo la più Bella.
    La progettazione si realizza seguendo uno studio ben preciso, organizzando il lavoro partendo dal Brief iniziale e seguendo con le proposte. Ed è una cosa che va Pagata.

    Magari da un crowd te ne esce fuori na cosa carina, ma poi a chi affidi tutto il lavoro restante? Alla stessa persona? E siamo sicuri che è in grado di farlo?
    Il crowd è la scelta dei morti di fame per i morti di fame. Cioè le aziende che non vogliono spendere per gli artisti che non hanno lavoro e non sanno crearsi un lavoro. ;)

    Crowdsourcing… Piuttosto vado a lavorare al porto! :D

  13. In linea di massima è una buona alternativa, il problema è quando i budget sono troppo bassi e purtroppo questo capita spesso…

    Da gare con premi di 200 euro o giù di lì possono scaturire solo risultati di medio-basso livello perchè chi parteciperà sarà solo gente alle prime armi, o chi ha pochissimo tempo da dedicarci e lavora sul numero!

  14. Ma che bei suggerimenti! Da domani comincio a inventarmi contest falsi con veri marchi, a tempo perso (poco tempo e molto perso) elaboro qualche bozza da tre soldi e poi la pubblico fra i lavori in portfolio dicendo che ho lavorato in un contesto internazionale su un lavoro commissionato da qualche top brand. In fondo è come partecipare a un contest vero.
    Sorrido sardonicamente

  15. Personalmente credo che il crowdsourcing possa essere un’opportunità per molti, tutto dipende da come lo si approccia. Lo si può usare per gioco , per hobby, come secondo lavoro o anche come vera professione. Tutto dipende da cosa si cerca e come lo si cerca. Ci sono contest da 100€ ma anche da 50.000€ per veri professionisti, basta saper cercare. Su questo punto sto mettendo su una startup che potrebbe regalare ottime sorprese a molti freelance eliminando il gap informativo di cui soffre attualmente il crowdsourcing.

  16. Grazie, articolo molto utile. In effetti, il freelance consente a una persona di gestire il proprio tempo, lavorare sempre e ovunque e allo stesso tempo fare la cosa che preferisce. Ma anche qui c’è un inconveniente: devi controllare tutto da solo. Ad esempio, automatizzo il maggior numero possibile di compiti e li divido in quelli più piccoli.
    È importante creare una rete di contatti che ti aiuterà nel tuo lavoro. Dovrebbero esserci 3 tipi di persone: liberi professionisti della tua sfera e liberi professionisti di altre sfere e clienti.
    Come ha affermato il politico Pol Tsongas, “nessuno si è lamentato prima di morire per aver trascorso poco tempo in ufficio”. Coloro che vanno in ufficio a lavorare hanno una grande opportunità di dimenticarsene alla fine della giornata lavorativa. Ma i liberi professionisti non saranno così facili da dimenticare sul lavoro.
    Quindi devi insegnarti a distrarti dal lavoro. Dedica del tempo per completare gli ordini, risolvere i problemi aziendali e altro ancora. Lascia il tempo per te stesso. Esercitare, viaggiare, trascorrere del tempo con amici e familiari. Non dimenticare mai di andare in vacanza offline. È molto importante.

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