Domande & Risposte da WebDesigner #1

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Inizia oggi una nuova rubrica Domande&Risposte, uno spazio in cui rispondere alle vostre domande sul mondo dei Freelance e Web Design.

Spesso rispondendo in privato si perde la condivisione, quindi perchè non rispondere pubblicamente ad alcune domande cosi da informare anche altre persone interessate?

Cercherò di rispondere il meglio possibile, ma ricordo che queste e altre domande verranno poi trattate nell’ebook che sto realizzando.

Iniziamo con il primo turno di Domande&Risposte!

1. Spec-work?

Luca: Un web designer freelance può accettare lo spec-work? E nel caso si dovesse trovare in questa condizione come affrontare al meglio la situazione con il cliente?

Lo spec-work non è altro che “fare dei lavori non essendo pagati“, come ad esempio wireframe o bozze grafiche gratuite durante il preventivo, contest grafici e tutte le altre forme di lavoro che inviamo senza essere pagati.

Io sono dell’idea che sta a noi scegliere, ovvero durante la prima fase di preventivo progetto è molto raro allegare una bozza homepage o logo non essendo stati pagati. Ricordiamo che alcuni, spesso web agency, si fanno pagare anche il semplice preventivo in quanto è sempre del tempo perso e usato per l’analisi della fattibilità e usabilità.

Io di solito quando creo un preventivo non allego mai prove grafiche, ma aggiungo nel totale anche le ore che perdo a scrivere e completare l’analisi per un preventivo corretto.

Quindi direi che lo spec-work a volte conviene e a volte no.

Conviene ad esempio in alcuni contest grafici, soprattutto all’inizio della nostra carriera. Pensate a un contest Logo per un grande marchio come Coca-Cola, non ci provate??? Male che vada non vinci ma nel tuo portfolio potrai inserire la tua prova grafica e dire che hai partecipato a un contest prestigioso. Se vinci ottieni popolarità assicurata.

2. Gestire i Clienti

Matte: Un’altra cosa molto interessante è sicuramente il rapporto con i clienti, chi è alle prime armi, ma anche chi non lo è, potrebbe trovare molto utili certi consigli da parte di gente più esperta.

Ho scritto un articolo per questo argomento, riassumendolo dobbiamo sempre cercare di capire cosa vuole effettivamente il cliente, non è facile lo so, ma dalle sue esigenze dobbiamo comprendere cosa si può fare e cosa non si può fare.

Gli aspetti più importanti che ti invito a non sottovalutare sono ascoltare il cliente, le sue esigenze e obbiettivi, non dare mai nulla per scontato e pianificare e organizzare le tue procedure di lavoro.

3. Aspetti Fiscali

Rob: Mi piacerebbe che venisse affrontato anche l’aspetto “fiscale” dell’essere freelancer. Dal come farsi pagare i primi lavori (ricevuta prestazione occasionale) a come e quando aprire la partita iva, le agevolazioni, i regimi fiscali, ecc… ecc…

In questo momento non ti posso rispondere completamente alla tua domanda, perché ci sarebbero tante cose da dire che cercherò di inserire nell’e-book.

All’inizio quando sei in fase di transito lavoro dipendente e lavoro autonomo hai la possibilità di usare la ritenuta d’acconto, ovvero una formula contrattuale con la quale tu puoi iniziare a farti pagare.

La ritenuta d’acconto è un semplice foglio A4 in stile fattura in cui vi saranno le voci dei prezzi, IVA e totale netto da pagare.

Ti  allego una copia modello da usare per questo periodo di transizione lavoro in cui troverai i campi da completare.

Ci sono dei pro e contro, il pro è che puoi iniziare a farti pagare da qualche privato e azienda, il contro è che non devi superare 5000€ in un anno e che non è molto professionale agli occhi di molte aziende.

Quindi possiamo usare la ritenuta d’acconto in questo momento di transito ma poi dovremo decidere di aprire P.IVA o meno.

Attualmente la P.IVA che ti consiglio è quella che ho fatto anche io, ovvero a regime dei minimi, non sei soggetto agli studi di settore, il primo anno puoi anche non fatturare con soglia limite dei ricavi a 30.000 €.

Questa tipologia di P.IVA a differenza di quella standard è molto vantaggiosa per chi inizia, starà poi a te capire se va bene per il tuo parco clienti o meno.

4. Se partissimo da zero?

dobrio: E se partissimo da zero con qualche lavoretto ad amici, come facciamo a farci conoscere, soprattutto in questo periodo di crisi dove l’investimento è molto basso??

Partire da zero non è mai facile, dopo aver realizzato qualche lavoro di amici e qualche progetto personale da inserire nel nostro portfolio possiamo iniziare a cercare di farci conoscere.

Farci conoscere non è proprio cosi difficile, possiamo partecipare a contest grafici, creare templates o grafiche a pagamento, leggere richieste su alcuni forum di lavori, iniziare ad aprire un blog e farci conoscere dagli altri blogger designers.

5. Come gestire i Tempi Morti

Matteo: Come gestire economicamente, soprattutto i primi tempi, i periodi in cui non si dispone di nessun lavoro su cui lavorare.

I tempi morti sono dei tempi da sfruttare a pieno, sono proprio questi momenti che ci permettono di aggiornarci sulle nuove tendenze in ambito design e di creare progetti personali.

E’ molto importante gestire questo tempo per creare qualcosa di nostro da poter far vedere a potenziali clienti e per arricchire il nostro portfolio.

Dobbiamo sapere che non avremo sempre i clienti dietro alla porta, e potremmo avere anche dei periodi morti, di standby, quindi è molto importante creare degli appoggi, sia per non bloccare la nostra creatività che per un fattore economico.

Una delle stretegie che ti consiglio, oltre a monetizzare con un blog, è quella di creare e gestire dei propri progetti personali, ovvero degli esperimenti che ci permettano di allenarci nel nostro lavoro.

6. Come dobbiamo comunicare?

Victor: Come deve essere il nostro sito, intendo quello dove risiedono tutti i nostri lavori o progetti fatti, il nostro portfolio, quello che mettiamo sul bigliettino da visita. E’ meglio che sia un blog? Una pagina di qualche social network?

L’ideale sarebbe creare un sito web + blog. Mi spiego meglio, mettiamo il caso di creare un brand ItalyDesign.

In primis costruirei un sito web ItalyDesign in cui inserire chi siamo, dove siamo, cosa facciamo, come lo facciamo, perché lo facciamo, il nostro team e il portfolio.

In seguito per avere contenuti sempre nuovi e fare vedere che siamo sempre aggiornati potrebbe starci un bel blog integrato nel sito web, anche con un richiamo abbastanza in evidenza come un box news.

Nel blog potremmo gestire sia comunicazioni interne come pubblicizzare un nostro prodotto e sia aggiornamenti vari di ispirazione o lavori nostri.

7. Il cliente ha sempre ragione?

Bene: Come rispondere alle richieste (orrende) dei clienti che magari vogliono una di quelle gif animate che andavano di moda nel ’98 con l’indice che indica e con scritto enter, come si assecondano certe richieste “stilsitiche” alquanto discutibili di clienti che si improvvisano art?

Mettiamoci in testa che il cliente non ha sempre ragione! Non siamo in un centro abbigliamenti, e non ci stanno chiedendo una marca di scarpe + il numero. Il cliente chiede un esigenza con alcune linee guide al limite, starà alla nostra professionalità far capire cosa funziona e cosa non funziona.

Il cliente viene da noi perché siamo NOI i Web Designer, potrà sempre consigliare qualcosa ma noi dobbiamo cercare di far capire se l’idea è buona o meno.

Uno dei fattori da evitare è dare troppa libertà al cliente quando quest’ultimo è il primo a non avere le idee chiare.

In questo modo il cliente diventerà il nostro “Capo Desginer” e saremo legati alle sue richieste in ogni singolo momento, sarà molto difficile raggiungere l’obbiettivo con diverse cambi di idee.

Dobbiamo cercare di arrivare a dei compromessi, il cliente vuole il tasto stile ’98 con la scritta enter? Ok noi lo facciamo e poi gli inviamo anche la nostra idea grafica in stile moderno indicando gli aspetti vincenti.

8. Il primo appuntamento con Cliente

Nicola: Uno degli aspetti più interessanti da approfondire è proprio il momento iniziale del rapporto, come svolgere il primo colloquio, che informazioni raccogliere, come comportarsi e quali strategie usare per convincerlo che “noi siamo la persona giusta”!

Io di solito ai primi appuntamenti, che siano privati o aziende, prima di tutto vado a cercare sito web istituzionale e materiale che mi faccia capire di cosa si occupano.

E’ sempre meglio arrivare 10 minuti prima cosi da far capire che siamo super puntali ed efficienti.

Io sono dell’idea che il primo appuntamento è quello più incisivo, e quindi dobbiamo mostrarci professionisti in ogni cosa, anche nell’abbigliamento. Io di solito per appuntamenti importanti mi metto scarpe eleganti, jeans o pantaloni e camicia.

La puntualità, conoscere con chi stiamo andando a parlare e l’abbigliamento ci daranno 3 punti in più per la nostra reputazione e professionalità.

Portiamoci sempre il pc o notebook per eventuale visione lavori o altro..

Una volta dal cliente ci basterà presentarci e farci dire di cosa ha bisogno, le sue esigenze, cosa deve rappresentare sul web ecc. ecc.

Questi piccoli accorgimenti riusciranno a darci la marcia in più rispetto ad altri e a creare una buona reputazione.

9. Quanto costo?

Gianfr@Design: una cosa che a me interesserebbe in modo particolare sarebbe venire a conoscenza di un’unità di misura per valutare il proprio lavoro in base al tempo dedicato al progetto e poterlo quantificare in denaro.

Di solito parlando di tempo noi designer possiamo avere una quota che dipende dalla professionalità, scadenza lavoro e qualità.

Un professionista in media si può far pagare dai 30€ ai 50€ ad ora, le variabili sono molte come scrivevo prima, qualità, scadenza, sede, professionalità e urgenza.

Se ti hanno confermato un preventivo devi stabilire a priori con il cliente se il prezzo sarà ad ore o a progetto.

Io di solito per progetti più lunghi di un mese, stipulo un prezzo a progetto, invece se ad esempio devi recarti in sede dal cliente è gia diverso e puoi pensare di stipularlo ad ore.

10. I Prezzi sono uguali per tutti?

Lez: ma il prezzo che si può chiedere ‘varia’ rispetto a che cosa? a quale base?

Come scrivevo prima, il prezzo di un progetto che sia ad ore o stipulato a priori può variare per diversi fattori, come la qualità del lavoro, scelta del web desginer, scadenza del progetto e urgenza dei lavori.

Non è facile, ma facendosi le ossa nel tempo con progetti, bozze, contest, dovremo capire quale sia il nostro prezzo effettivo senza cadere nell’errore di svenderci.

Non esistono listini prezzi definiti a monte, ma dei costi minimi che ognuno di noi sceglie, ai quali al di sotto non possiamo scendere.

Ad esempio per la grafica di un blog gestito in wordpress io non potrò mai proporre un preventivo di 500€ + IVA in quanto le ore e lo sviluppo che vi è dietro la creazione di un template e configurazione WordPress è superiore.

Stratega, Docente, Speaker con più di 12 anni di esperienza in strategie creative multicanale. Oggi sono Partner & Chief Innovation Officer di ThinkingHat, Innovation Studio specializzato in tecnologie emergenti per aziende e brand audaci.

38 Commenti

  1. Ottimo articolo ju! mi domando cosa metterai nella prossima rubrica, dato che hai già coperto molti aspetti dell’essere web designer freelance.

    Io credo che una delle cose più difficili oggi sia quella di farsi conoscere sul web.
    Molti mi chiedono come poterlo fare e se mi avessero fatto la domanda 2/3 anni fa avrei consigliato di aprire un blog e di dimostrare le proprie capacità.

    Ma ora? ci sono tanti, forse troppi blog sul web design e la concorrenza è davvero alta. Ora uno deve farsi molto di più “il mazzo” rispetto a qualche anno fa. Cosa ne pensate?

  2. @Federico Pian: penso siano pochi come julius ad avere un blog ed essere riusciti a mettersi in evidenza..

    non è per nulla facile. Oggi? Forse bisognerebbe puntare nel condividere tutorial, e-book, script, grafiche ecc ecc

    Spesso vedo diversi blog che segnalano queste raccolte, quindi penso che entrare in una di queste può darti molta visibilità..,.

  3. Ciao Julius, complimenti per gli ottimi consigli.

    Riguardo a “gestire il cliente” una formula molto efficace
    (che può indicare anche una strategia) è:

    x significa y perché z

    – scopri che cosa vuole il cliente, soprattutto emotivamente (y);
    – trova come soddisfarlo (x)
    – giustifica razionalmente le tue proposte (z)

    ovvero:

    x (la tua proposta) significa Y (ciò che il cliente vuole, emotivamente) perché z (giustificazione razionale)

    A presto…

  4. ciao, credo che il fattore vestiario sia visto in maniera sbagliata, siamo creativi e non dei colletti bianchi, se io tutti giorni lavoro in jeans strappati e converse, non vedo perchè ad un colloquio devo vestirmi come il mio cliente, credo sia una mossa che ti metta su un gradino più basso. Se avessi un negozio di skate per esempio e dovrei affidare il mio sito ad un web designer che si presenta come un impiegato delle poste, dubito che la scelta della cravatta sia azzeccata IMHO

  5. @mimmo: io non ho detto cravatta.. e ovviamente parlavo di appuntamenti con grandi realtà…

    E ovvio che se devo fare un sitoweb per un negozio di skate verrò vestito in modo appropriato..

    Vogliamo fare una prova e vedere chi acquista più punti a primo impatto tra un jeans strappato e un pantalone elegante presso ad esempio Barilla?

    Non vuole dire mascherarsi da qualcosa che non si è, ma il più delle volte la prima impressione è quella che conta…

    Per me elgante vuol dire una cosa, per te un’altra, basta che la mentalità sia quella..

  6. Bellissima idea questa Julius non ti fermi un’attimo! penso servirà a parecchie persone che hanno dubbi, me compreso…

    @mimmo: io sono d’accordo con Julius, nel senso che se si va a un primo appuntamento, io non andrei mai con jeans strappati, maglietta strappata con scritto FUCK ad esempio… che messaggio lanciamo al nostro potenziale cliente???

    Non dobbiamo essere impiegati delle poste, questo no assolutamente, ma una camicia e un pantalone normale va più che bene… poi ovviamente tutto dipende da cliente e cliente..

  7. credo siano altri gli aspetti da valutare e non le scarpe da ginnastica, se ora anche i freelance/creativi devono sottostare a queste “regole da ufficio” è la fine

  8. giako ha scritto:

    Bellissima idea questa Julius non ti fermi un’attimo! penso servirà a parecchie persone che hanno dubbi, me compreso…

    @mimmo: io sono d’accordo con Julius, nel senso che se si va a un primo appuntamento, io non andrei mai con jeans strappati, maglietta strappata con scritto FUCK ad esempio… che messaggio lanciamo al nostro potenziale cliente???

    Non dobbiamo essere impiegati delle poste, questo no assolutamente, ma una camicia e un pantalone normale va più che bene… poi ovviamente tutto dipende da cliente e cliente..

    ma vedi…associare subito ad uno strappo sui jeans “la maglietta con la scritta FUCK” neanche mia nonna ha sti pregiudizi

  9. Ciao a tutti.

    Sulla questione abiti: più che di eleganza o di stile è una questione di autorevolezza,

    esempio:

    presso la facolta di psicologia dell’Università di Austin è stato condotto questo esperimento

    prima parte
    semaforo rosso
    il signore in prima fila, vestito con camicia e pantaloni, passa lo stesso;

    seconda parte
    il signore in prima fila, vestito con giacca, panciotto e cravatta, passa lo stesso;

    I ricercatori contavano ogni volta i pedoni che seguivano quello in prima fila:

    nel caso del vestito con cravatta e panciotto, erano tre volte e mezzo più numerosi.

    Molto probabilmente chi si presenta in giacca e cravatta viene percepito (NB: a livello inconscio) più autorevole.

    A presto…

  10. marchino

    @mimmo: non penso che Julius volesse dire che ad ogni appuntamento dobbiamo sembrare dei becchini, avvocati o agenti immobiliari..

    E’ ovvio che al primo appuntamento con magari un’azienda vedi Barilla in cui sai a priori che potresti avere un budget con 4 zeri, può essere saggio seguire il consiglio di curare un minimo il proprio abbbigliamento….tutto qui…

  11. Ti ho scoperto oggi e già sei un mito :)

    Al momento lavoro come sviluppatore generico (ASP.NET, C#, ecc.) per una multinazionale ma sto seriamente pensando di darmi al web design freelance. E con questi consigli di sicuro potrò valutare più serenamente. Grazie!

  12. Il prezzo varia anche a seconda delle spese:
    Lavori da casa?
    Hai uno studio?
    Dipendenti?
    Non dimentichiamo che i software che utilizziamo costano parecchio.
    Poi dipende anche dalla competenza che uno ha.
    Se i tuoi lavori valgono 10, chiedi10 ;)

  13. Ottimi consigli Julius, ne aggiungerei solo uno da dare a tutti quelli che intendono tuffarsi in questo mondo di freelance: non svendete il vostro lavoro, ma soprattutto evitate i lavori gratuiti . Vi attaccheranno addosso la fama di economico=scadente che sarà difficile da cancellare…

  14. Salve a tutti, un consiglio fondamentale non è stato stato dato e riguarda “l’ambiente di lavoro”, o meglio, farsi questa domanda: Lavorare da casa o aprirmi un piccolo studio?? Faccio questo discorso proprio perché attualmente mi trovo in questa situazione. Ho uno studio presso il quale svolgo i miei lavori e saltuariamente porto qualke cliente per visionare i lavori stessi o fare aggiornamenti…allo stesso tempo sto valutando l’idea di adibire una stanza di casa mia a studio e quindi evitare spese di affitto, benzina e cibo…Il contro di questa scelta sarebbe quello di stare a casa da soli e sentirsi fuori dal mondo lavorativo…a voi le vostre opinioni :-)

  15. @ Federico Pian:
    ci sono tanti, forse troppi blog di grafica, sopratutto all’estero.
    io credo che si debba puntare sui blog di “nicchia”.
    Scrivere cose nuove, fresche, che nessuno ha mai letto.
    Ci son fin troppi blog dove vengono copia-incollati articoli di altri blog.
    :)

  16. Articolo molto interessante soprattutto per chi sta pensando seriamente di affacciarsi al mondo freelance.

    Inizialmente consiglio di puntare molto sulla qualità e magari “sacrificare” un pochino il discorso economico in modo da farsi un nome e acquisire un certo numero di clienti. La qualità ci distingue dalla massa.

    Per quello che mi dice la mia esperienza, l’abbigliamento per presentarsi da un nuovo cliente dovrebbe essere appropriato… casual/elegante. Presentarsi, come leggevo in un precedente commento, con jeans strappati, etc. non credo favorisca molto la scelta da parte del potenziale cliente…
    Questo non vuol dire snaturare la propria personalità ma semplicemente fa parte della strategia di marketing in cui i libri specializzati del settore ne parlano abbondantemente.

  17. Attilio Urciuolo ha scritto:

    Salve a tutti, un consiglio fondamentale non è stato stato dato e riguarda “l’ambiente di lavoro”, o meglio, farsi questa domanda: Lavorare da casa o aprirmi un piccolo studio?? Faccio questo discorso proprio perché attualmente mi trovo in questa situazione. Ho uno studio presso il quale svolgo i miei lavori e saltuariamente porto qualke cliente per visionare i lavori stessi o fare aggiornamenti…allo stesso tempo sto valutando l’idea di adibire una stanza di casa mia a studio e quindi evitare spese di affitto, benzina e cibo…Il contro di questa scelta sarebbe quello di stare a casa da soli e sentirsi fuori dal mondo lavorativo…a voi le vostre opinioni

    Io penso che in un primo momento magari è più saggio lavorare da casa, in questo modo si inizia a non avere quei costi fissi per affitto e altro…

    Uno step successivo potrebbe essere quello di allestire uno studio in casa in cui non ci manca nulla per invitare anche clienti..

    Una volta che riesci ad avere un budget a lungo periodo per uno studio si può anche pensare di aprire, questo è il mio pensiero…

  18. @ Attilio Urciuolo:
    Mark ha ragione ed io infatti sto facendo come dice.
    Ho la fortuna di avere uno studio al pianterreno che sto adibendo ad ufficio per accogliere i clienti, o anche solo i conoscenti.
    E’ ben poco professionale far venire un cliente nella propria cucina magari con tutti i piatti sporchi in giro, il gatto che dorme sul computer e la roba stesa in soggiorno.
    Ci sono anche delle soluzioni come queste (http://coworkingproject.com) che sono molto interessanti, ma le trovi solo nelle grandi città..

  19. Domenico

    Caro Julius una domanda:
    Un Web Designer Freelance che si faccia pagare con le ritenute d’acconto può farsi pubblicità sul sito che ha realizzato, o che sia stampa o altro?
    Pur non avendo la partita iva c’è la sicurezza di non essere in difetto?

    Purtroppo prima di iniziare ad aprire la p.iva c’è bisogno di farsi conoscere un po’ e farsi conoscere potrebbero passare anche un anno o sbaglio? e in un anno una persona che non ha tanti clienti credo sia inutile aprirla e rimetterci anche con le spese?
    Che consigli date voi?

  20. @Domenico: non sono sicuro al 100% ma non credo ci siano problemi, alla fine se il lavoro è stato svolto da te perchè non lasciare un link nei credits oppure la firma del sito su grafiche cartacee.

    L’apertura di partita iva è consigliata quando si ha un parco clienti abbastanza numeroso, parliamo di 5/10 buoni e costanti non centinaia, e per buoni parlo di budget dai 2.000€ in su…

    Con questo parco clienti puoi iniziare a pensare di sopravvivere nella concorrenza…

    In media all’anno l’INPS richiede sui 2.000€

    Mentre un buon commercialista lo trovi dai 400€ in su…

  21. Ciao, articolo utilissimo :)
    Riguardo la partita iva anche io ho delle perplessità: un commercialista che avevo sentito mi diceva che nella mia città il lavoro di web designer è considerato come lavoro artigianale e quindi con un regime diverso (e molto più esoso) di quello dei minimi… qualcuno sa come stanno le cose esattamente? Io dovrei aprire p.iva nell’ambito dei servizi e vorrei sapere se sono a rischio di noie fiscali nel caso invece mi facessi pagare per un sito web.
    Un grazie anticipato a chi avrà la bontà di rispondere :)

    Ah, sulla questione “abbigliamento”: io credo che per una buona comunicazione si debba cercare la sintonia con il proprio cliente, quindi ok la maglietta colorata per un cliente giovane e dallo stile informale; ok un abbigliamento un po’ più elegante per un’azienda vecchio stile ;) E per le ragazze: trucco leggero ma presente per non apparire sciatte, e bando ad abiti troppo provocanti per evitare l’effetto “gnocca senza cervello” (scusate il francesismo).

  22. @ madda:
    Grazie di aver citato il progetto Coworking Project by Cowo!

    Vorrei solo precisare che ci sono sedi Cowo anche in piccoli centri, non solamente in grandi città. E che anche noi, che abbiamo inaugurato il primo spazio di coworking e successivamente lanciato il progetto di rete, lvoriamo nella comunicazione :-)

    Un saluto e buon lavoro,
    Max

  23. @ massimo carraro:
    Ho letto un articolo su Psycologies e mi ha subito attirato questo tipo di “progetto” se così possiamo definirlo. Trovo che sia una cosa molto interessante. Un giorno, se avrò la possibilità ne aprirò uno anche io nella mia città. Voglio un ufficio che pullula di creativi!!!

  24. Eleonora

    Ciao julius visto che ci dai l’opportunità ti chiedo, quali sono in media i costi per mettersi in proprio, intendo dire mantenere una P.IVA + uno studio grafico con annessi software?

  25. @ eleonora:

    Questo è il secondo anno da freelance quindi esperienza fresca da poterti raccontare.
    I costi iniziali non sono molto alti dipende da come vuoi organizzarti.
    Io lavoro da casa quindi la spesa dell’ufficio è risparmiata, spesa che qui a milano non è secondaria.
    Per quanto riguarda i software dipende da che servizi offrirai, per quel che mi riguarda pacchetto Adobe, e software opensource per la parte ufficio. Quindi dai 1500 ai 3000€ a seconda del pacchetto software che andrai ad acquistare.

    Prendi il pacchetto che il software singolo non è conveniente.

    Per altri costi hai sicuramente il commercialista, che va da un minimo di 400€ in su, poi dipende da dove sei etc…

    La scelta del regime può essere importante io ho sottoscritto regime dei minimi, ma c’è chi consiglia la p iva agevolata per 3 anni, ma per questo cerca un commercialista e fatti consigliare e spiegare pro e contro di tutte le sfaccettature.

    Per il resto spese primo anno non le hai, arriveranno di botto alla fine del primo anno quando andrai a pagare tasse ma soprattutto inps, quindi attenta con i guadagni metti da parte soldini in previsione della prima salassata dello stato.

    Alessandro

  26. Io ho una domanda:

    Io lavoro in un’agenzia web, ma ho iniziato da poco ad avere qualche cliente Freelance e a fargli qualche lavoro ovviamente pagato.

    Per incontrarci e per informazioni ci scriviamo via e mail…
    Ma come fare quando questi clienti, nel bel mezzo delle bozze, e poi delle proposte grafiche, non si fanno sentire o ci mettono moooolto tempo per risponderti, così da essere costretti a chiamare continuamente per concludere il progetto?

    Grazie in anticipo :)

  27. @ Valebdesign:
    Succede molto spesso!
    Il mio trucco è farmi pagare metà del lavoro, o per lo meno il tempo stimato per realizzare le bozze grafiche, PRIMA dell’inizio del progetto.
    In questo modo tu lavori più motivato e se il cliente perde l’interesse almeno tu non hai perso tempo.
    E’ un modo per tutelarti… non per scappare col bottino :)

  28. @ madda:
    Grazie per la rapida risposta… proverò allora a fare una cosa del genere! Così i clienti non avranno voglia di mollare tutto visto che una parte l’hanno già pagata!

    Ciao! :)

  29. Giuliano per quanto riguarda il tenersi aggiornati dovresti scrivere un articolo con alcuni siti dove poter far questo, come Codrops o Nettuts o ancora DesignModo…

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